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Un Napoli maturo, ma non ancora perfetto: analisi di un inizio di stagione azzurro

17/10/2025

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Uno sguardo tecnico e sincero sul Napoli che cresce, tra certezze e margini di miglioramento.

A cura di Grimaldi Ferdinando
Tifoso azzurro 1926
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Il Napoli 2025/26 sta cercando di ritrovare se stesso, di riscoprire la fame che lo ha portato a vincere. Dopo anni di cambiamenti e transizioni, la società ha deciso di puntare sulla continuità e sulla compattezza.
L’obiettivo è chiaro: restare stabilmente ai vertici, in Italia e in Europa.

Le prime giornate di campionato hanno mostrato una squadra viva, intensa, con l’idea di dominare e di tornare protagonista. Il 4-3-3 resta la base tattica, ma con più libertà di movimento, costruzione dal basso ordinata e pressing alto costante.
Non sempre è un Napoli spettacolare, ma è un Napoli concreto: più maturo, più equilibrato, capace di vincere anche le partite sporche. È il segnale di una squadra che ha imparato a soffrire e a reagire.
Dal punto di vista tecnico, vedo una squadra che difende compatta e prova sempre a mantenere il controllo del gioco, gli esterni d’attacco restano la chiave per scardinare le difese chiuse, con velocità e dribbling. Le sovrapposizioni funzionano, ma spesso manca la precisione nell’ultimo passaggio.
Il centrocampo è equilibrato, ma a volte troppo prevedibile. Quando la partita si blocca, serve più creatività, più coraggio nel verticalizzare, più rischio nel cercare la giocata.
In difesa la solidità è buona, ma qualche disattenzione pesa ancora troppo. Gli errori individuali e le indecisioni sui cross sono aspetti che vanno limati, soprattutto contro squadre più fisiche.
In attacco i movimenti ci sono, le occasioni anche, ma la cattiveria sotto porta a volte manca. Ci sono partite in cui il Napoli ha creato tanto e raccolto poco, lasciando la sensazione di aver sprecato l’occasione per chiuderla.

Questo Napoli è cresciuto mentalmente. Non si scompone facilmente, lotta, reagisce e resta in partita fino alla fine, la mano dell’allenatore è evidente: disciplina, ordine tattico, mentalità da squadra solida. Non è più un calcio romantico, ma pragmatico e razionale.
La chiave per restare competitivi sarà la gestione delle rotazioni: la stagione è lunga e serviranno energie fresche. Tutti devono sentirsi parte del progetto, anche chi parte dalla panchina.

In Europa il livello è alto e ogni partita è una prova di maturità.
Il Napoli ha iniziato il suo percorso con prestazioni altalenanti, mostrando buone trame ma anche limiti di intensità contro avversari più rodati. Ci sono stati momenti di grande gioco e altri di difficoltà, segno che la crescita è in corso ma non ancora completa.

L’obiettivo deve essere quello di restare competitivi nel girone e andare avanti con convinzione. Questo gruppo ha le qualità per dire la sua, ma deve crederci fino in fondo.

La partita contro il Milan a San Siro è stata un campanello d’allarme.
Una sconfitta che brucia non solo per il risultato, ma per come è arrivata: un Napoli meno lucido, poco incisivo e con qualche errore di troppo.
Il Milan ha saputo sfruttare meglio gli episodi, mentre noi abbiamo faticato a reagire dopo il primo gol.

È una lezione utile, da cui ripartire: in certe gare serve più coraggio, più cattiveria e più mentalità da grande squadra. Le sconfitte fanno male, ma servono: capire dove si è sbagliato è il primo passo per rialzarsi e tornare più forti.

Noi tifosi siamo la costante, la parte più vera di questo Napoli.
Il calore del Maradona, i cori, le bandiere, le trasferte infinite: siamo il motore che spinge questa squadra. Ogni partita, in casa o fuori, diventa una festa di appartenenza.

Seguo il Napoli ovunque, e ogni volta che vedo quella maglia in campo sento l’orgoglio di far parte di qualcosa di più grande. Napoli non è solo Calcio, è la mia città.
Il tifo napoletano non conosce confini: è passione, identità, cultura. Quando la squadra entra in campo, noi entriamo con lei.


Non tutto è perfetto: a volte la squadra si abbassa troppo, altre spreca troppo. Ma a differenza del passato, oggi vedo un gruppo che ci crede sempre, che reagisce e che non molla.
Serve più cattiveria sotto porta, più gestione nei momenti delicati e più varietà nelle scelte tattiche, ma la strada è quella giusta.
È un Napoli che sta crescendo, che sta ritrovando il suo spirito, che non si arrende. Siamo fiduciosi e crediamo in te Mr Conte.


Questo Napoli mi piace perché è autentico.
Non è perfetto, ma è vero: umano, passionale, capace di far sognare e soffrire nello stesso momento.

Vedo una squadra che sta ritrovando la sua anima, che vuole costruire qualcosa di duraturo, e un tifo partenopeo che non ha mai smesso di crederci.
Io continuo a farlo, come sempre, perché tifare Napoli significa questo: esserci, comunque vada, con la voce, con il cuore e con la fede.

Forza Napoli Sempre. 💙
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Milan – Napoli: ancora trasferta vietata ai tifosi Campani. La mia lettera aperta alle istituzioni e protesta contro i divieti anticostituzionali

20/9/2025

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Sono un tifoso del Napoli, incensurato e titolare regolare di fidelity card ssc Napoli. Nonostante ciò, ancora una volta mi viene negata la possibilità di seguire la mia squadra in trasferta, in occasione della partita contro il Milan. La ragione ? La mia carta d'identità, la mia residenza.
Questa decisione non mi ferisce solo come tifoso, ma anche come cittadino e come insegnante. Ogni giorno, da professore di educazione fisica, mi impegno a trasmettere ai miei studenti i valori dello sport: rispetto delle regole, lealtà, inclusione, convivenza civile, il vivere senza pregiudizio e discriminazioni. Eppure, quando vorrei vivere in prima persona la mia passione sportiva, mi trovo ingiustamente escluso, trattato come se fossi una minaccia da contenere e non come una risorsa positiva per la comunità.
C’è un dettaglio che rende questa situazione ancora più assurda: vivo al Nord da anni, per motivi di lavoro, pur mantenendo ancora la mia residenza al Sud. Ciò significa che, per una pura formalità burocratica, mi viene negata la possibilità di seguire la mia squadra persino nelle città in cui vivo e lavoro ogni giorno. Sono un cittadino integrato, un docente che contribuisce alla crescita dei giovani in un’altra regione, la Lombardia, ma al momento del tifo vengo trattato come un corpo estraneo da respingere.
Lo sport dovrebbe unire, non dividere. Vietare indiscriminatamente le trasferte non è una soluzione: è una scorciatoia che scarica la responsabilità sui tifosi onesti, invece di affrontare le vere cause dei problemi di ordine pubblico. Non si garantisce sicurezza privando migliaia di persone perbene di un diritto, ma costruendo politiche adeguate, rafforzando i controlli mirati e favorendo il dialogo con le tifoserie organizzate.
Il calcio senza tifosi non è lo stesso. Le curve, i cori, i colori sugli spalti fanno parte del patrimonio culturale e popolare del nostro Paese. Ridurre tutto questo a una questione di “ordine pubblico” significa svuotare il calcio della sua anima, rendendolo uno spettacolo sterile, fatto solo di interessi economici e lontano dalle emozioni vere.
Inoltre, non si può ignorare la contraddizione: da un lato si chiede ai giovani di avvicinarsi allo sport, di vivere la socialità, di rispettare le regole; dall’altro si trasmette il messaggio che, anche se rispetti le regole, vieni comunque trattato come un potenziale colpevole. Così si mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e si rischia di alimentare un clima di sfiducia e disaffezione.
Per protesta, non guarderò questa partita in televisione. La ascolterò alla radio, come facevo da bambino, per ritrovare la purezza delle emozioni che il calcio sapeva regalare. Avevo 8/9 anni quando sognavo ascoltando la radiolina di diventare un giorno grande perché sarei potuto andare ovunque a seguire il mio Napoli. È il mio modo per ricordare a me stesso che il calcio dovrebbe essere prima di tutto passione, condivisione, comunità. Continuerò così finché le cose non cambieranno, perché lo sport deve includere e coinvolgere, non escludere e discriminare.
La scelta di vietare le trasferte in modo generalizzato e permanente non solo è ingiusta, ma rischia di assumere un carattere anticostituzionale: limita la libertà di movimento, nega diritti senza distinzione tra chi sbaglia e chi vive lo sport in maniera sana, colpisce indiscriminatamente un’intera comunità.

In questa battaglia, mi sento vicino a tutti gli ultras del Napoli e a tutti i tifosi, di qualsiasi squadra, che subiscono la stessa ingiustizia. Anche se a dire il vero un trattamento come quello del tifo Napoletano non si è mai visto. Non siamo un problema da reprimere: siamo il cuore pulsante del calcio italiano. Un calcio senza NOI tifosi non ha futuro.
Firmato,
Un tifoso del Napoli al Nord (con residenza al sud) stanco di divieti, pregiudizi e ingiustizie.

​Articolo di
Grimaldi Ferdinando
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Non è solo un Abbonamento. È il riconoscimento a chi ha creduto SEMPRE!

9/7/2025

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All’improvviso, sono diventati tutti napoletani. Tutti tifosi da sempre, tutti pronti a cantare “Forza Napoli” come fosse un tatuaggio nell’anima. Ma noi lo sappiamo bene chi c’era davvero. Chi gridava sotto la pioggia a Gela, chi partiva alle cinque di mattina per arrivare a Martina Franca, chi si faceva migliaia di chilometri per vedere il Napoli tra le curve di cemento e i campi da oratorio. Quando non c’era gloria, ma solo dolore e amore. Eravamo lì quando il Napoli era scomparso dai riflettori, quando le telecamere manco si degnavano di riprenderci. Eravamo l’unica voce, l’unico eco. Nessuno ci guardava, ma noi guardavamo solo quella maglia. Perché non è una moda. È una fede. È sangue che scorre nelle vene.
E adesso, nel 2025, cent’anni dopo quella prima volta, siamo ancora qui. Più forti, più uniti. Perché questo non è un anno qualsiasi. È il centenario. Cento anni d’amore. Cento anni di passione vera, di sudore, di risate e lacrime, di orgoglio che non si spegne.
E in questo anno storico, il Presidente De Laurentiis ha fatto qualcosa che in Italia si vede di rado: ha pensato a noi. Ha tagliato i prezzi degli abbonamenti. Ha dato spazio al Popolo, a chi c’era davvero. Biglietti accessibili, agevolazioni per giovani, anziani, fedelissimi. Non è marketing, è rispetto. Rispetto per chi è stato a Cava, a Piacenza, a Manfredonia. Per chi ha pianto, sperato, cantato anche quando il Napoli era solo una ferita aperta.
Questo è il Napoli. È cultura. È riscatto. È dignità. È appartenenza.
In un calcio che spesso dimentica chi lo tiene vivo, noi oggi abbiamo una società che ci guarda negli occhi e ci dice: “Siete voi la forza.”


E allora grazie, presidente.
Grazie perché non hai pensato solo ai soldi, ma al cuore di questa gente.

Ora riempiamolo, sto Maradona.
Facciamolo tremare come solo noi sappiamo fare.

Perché noi non siamo saliti sul carro.
Noi quel carro lo abbiamo spinto, sotto il sole, sotto la pioggia, nel silenzio.
E adesso che splende il sole, ce lo godiamo con l’orgoglio di chi c’era sempre.

T’appartene, Napoli. E apparteniamo pure noi.
Fino alla fine. Con la voce, con l’anima, col cuore. 💙

​E in mezzo a tutto questo cuore che batte da cent’anni, c’è anche il Club Napoli Bergamo Azzurra, uno di quei presìdi di fede che non ha mai fatto mancare la sua voce, nemmeno nei momenti più bui.
Otto abbonati storici, otto anime azzurre che anche quest’anno, senza nemmeno pensarci un attimo, rinnoveranno la loro fede al Maradona, ovviamente in Curva B. Ma la loro presenza non si ferma certo lì: trasferta dopo trasferta, città dopo città, risultato dopo risultato – sia nel dolore che nella gioia – loro ci sono sempre stati. ( in pie pagina le foto di alcuni abbonati del CLUB al Maradona )
Perché Bergamo Azzurra non tifa per la classifica, ma per la maglia, per quel senso di appartenenza che non conosce distanza né scoraggiamento. Lontani da Napoli ma con Napoli nel cuore, sempre.
E allora ONORE a chi come loro, da ieri a oggi, incarna il vero spirito partenopeo: presente, fedele, instancabile.

Articolo di
Grimaldi Ferdinando

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McTominay, Cuore, sudore e gloria: il racconto della notte in cui il sogno ha preso vita

29/4/2025

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Quella di ieri, 27 aprile 2025, è stata una giornata che porterò per sempre nel cuore. Non solo per la vittoria fondamentale del nostro Napoli contro il Torino per 2-0, firmata da uno straordinario McTominay – ormai ribattezzato con affetto “McFratm” da Mazzocchi – ma per tutte le emozioni che l’hanno accompagnata, dal pomeriggio fino all’esplosione di gioia al Maradona.
Già dalle 16 ero incollato alla TV, seguendo con il fiato sospeso Inter-Roma. Quando la Roma ha vinto 1-0, regalando al Napoli la possibilità di salire a +3 in caso di vittoria serale, ho capito che stava per essere una giornata speciale. ​
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La tensione era così alta che mi sono ritrovato con crampi alla pancia per tutto il pomeriggio: una sensazione che avevo provato solo quattro anni fa, il giorno prima del mio matrimonio. E anche se cercavo di nascondere l’agitazione, dentro di me la tempesta di emozioni era già iniziata.
Mi trovavo a Napoli già da Pasqua, sceso da Bergamo per le ferie e per trascorrere questo periodo con la mia famiglia. Così, alle 17, mi sono unito ai ragazzi del Club Napoli Boscoreale: ragazzi straordinari, simpaticissimi, con cui ho stretto un legame speciale nonostante la mia appartenenza al Club Napoli Bergamo Azzurra. Tra noi c'è ormai un vero gemellaggio, fatto di stima e passione azzurra.
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Foto con i ragazzi del Club Napoli Boscoreale
Insieme siamo partiti in bus verso Fuorigrotta. Già dalle 18:30, fuori dal Maradona, si respirava un’aria diversa: un’aria di festa, di carica, di fiducia. La gente cantava, rideva, si abbracciava, e l’ingresso allo stadio – insolito per l’orario – sembrava una processione d’amore verso la nostra squadra. Io stesso, birra alla mano dietro la Curva B, mi sono unito ai cori, assaporando ogni momento.
Quando è arrivato il pullman del Napoli, la bolgia è esplosa: un’unica voce, potente, "Devi vincere! Devi vincere!" ha accompagnato i nostri guerrieri fino all'ingresso nello stadio. Un momento da brividi che non dimenticherò mai.
Dentro, in Curva B, è stata pura magia. Gli ultras, instancabili e meravigliosi, hanno cantato, sostenuto, spinto il Napoli come se fossimo uno solo. Mi sono sentito orgoglioso, parte di un grande popolo.
Poi, il boato: il primo gol di McTominay. E poi ancora, il secondo. Due squilli da campione, due liberazioni in un urlo collettivo che sembrava scuotere il Maradona dalle fondamenta. Lo scozzese, in forma strepitosa, ci ha trascinati verso una vittoria fondamentale.
Intanto, a Bergamo, i miei soci del Club Napoli Bergamo Azzurra vivevano la stessa passione: uniti nel loro ritrovo, tra bandiere scozzesi e cori azzurri, esplodevano di gioia insieme a noi. Un unico cuore, da Napoli a Bergamo.
Alla fine, l'intero stadio ha intonato a squarciagola "La capolista se ne va!" Un coro che ora suona forte e chiaro: siamo primi, a +3 sull'Inter, con quattro finali ancora da giocare. Nessuno ha più paura di pronunciarlo: Scudetto. Lo sogniamo, lo respiriamo, lo viviamo. E ci crediamo, tutti insieme, con orgoglio partenopeo.
Napoli, io ti starò accanto fino alla fine. Anche se dovesse andare male, anche se la strada dovesse farsi dura, queste emozioni resteranno per sempre nel mio cuore. Piedi per terra, sì, ma con il cuore che vola.
Ora si guarda a sabato, ore 18 a Lecce. Una partita difficile, contro un Lecce assetato di punti salvezza. Ma noi siamo il Napoli: "morte tua, vita mea", come dicevano i latini. Saremo pronti, con il sangue e il sudore, a scrivere il nostro destino. E sono certo che Conte saprà trovare le parole giuste per i suoi guerrieri, come ha già dimostrato: "Io vado in guerra con questi uomini".
Il sogno continua. Napoli, il tuo popolo è con te. Sempre.
Forza Napoli Sempre!
@tifoso_azzurro_1926 #mctominay #NapoliTorino □ #anguissa #diegoarmandomaradona #lukaku #conte #MonzaNapoli #politano #NapoliMilan #calcionapoli #Maradona #CurvaB #D10S #BergamoAzzurra ♬ original sound - Gerry Soundtracks
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Punire tutti i tifosi del Napoli per educarne uno: la deriva fascista del calcio italiano

9/4/2025

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Avrei voluto scrivere un altro articolo, stavolta.
Avrei voluto raccontare della mia trasferta a Bologna, dei chilometri percorsi con il cuore pieno di passione, delle emozioni vissute sugli spalti.
Avrei voluto parlare del gol di Anguissa, della gioia esplosa in quel primo tempo in cui il Napoli sembrava finalmente ritrovarsi, delle piccole conferme di una squadra che, ancora in lotta per lo scudetto, ha mostrato lampi di sé.
E sì, anche delle difficoltà del secondo tempo, in cui il Napoli è tornato a spegnersi, rischiando di brutto e lasciando punti pesanti per strada.
Ma niente.
Ancora una volta, non si può parlare di calcio.
Perché quello che succede fuori dal campo sembra sempre più forte, più invadente, più scandalosamente ingiusto.
Perché ancora una volta, si parla di “violenza” e di repressione. E come troppo spesso accade, a pagarne le conseguenze non sono solo i presunti pochissimi colpevoli, ma anche e soprattutto gli innocenti. Quelli che ci credono. Quelli che ci mettono la faccia, il cuore, i soldi, il tempo.

Mi chiamo Ferdinando, vivo a Bergamo da oltre dieci anni, ma sono nato e cresciuto a Napoli . La mia residenza è ancora lì, per ragioni familiari e affettive.
E sono, da sempre, tifoso del Napoli. Uno di quelli che lo segue ovunque, che si organizza con giorni di anticipo, che si emoziona per una coreografia, che canta anche quando si perde.
Domenica ero a Bologna. C’ero davvero. Ho visto, ho vissuto. E oggi, mentre leggo che si va verso l’ennesimo divieto di trasferta per i residenti in Campania, mi sento preso in giro, umiliato, discriminato.

Non tutti siamo uguali, e non tutti meritiamo la stessa condanna
I fatti sono noti: disordini fuori dallo stadio, un agente ferito, momenti di forte tensione. Nessuno li nega, e nessuno li giustifica.
Ma ancora una volta, invece di colpire chi ha sbagliato, si sta preparando una sanzione collettiva, indiscriminata, crudele.
Solo perché la mia carta d’identità dice “Napoli”, verrò trattato come un delinquente, indipendentemente da chi sono davvero.
Non conta che io viva al Nord, che sia incensurato, che sia un tifoso corretto.
Contano solo le generalizzazioni, che fanno comodo a chi non ha voglia di distinguere, di approfondire, di fare giustizia vera.

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Io c’ero a Bologna. E difendo gli ultras
Non solo c’ero. Ma conosco chi era lì, conosco l’ambiente, conosco la gente che ogni settimana spende soldi e tempo per stare vicino al Napoli.
Sì, anche gli ultras, quelli che vengono sempre citati come “i cattivi”. Ma non è così. Gli ultras veri, quelli che ho visto io, sono passione, sono spirito, sono identità.
Difendo chi tifa con il cuore, chi organizza trasferte, chi canta per 90 minuti.
Condanno chi approfitta del calcio per sfogare rabbia e violenza. Ma non si può equiparare chi sostiene con chi distrugge.

Parliamoci chiaro: non tutto è andato storto per caso.
A Bologna ho visto una gestione dell’ordine pubblico superficiale, se non provocatoria. I tifosi del Napoli sono stati ammassati tutti insieme, lasciati in attesa, con la scusa che “i tornelli non funzionano”.
File infinite, caldo, tensione. Nessuna informazione chiara. Nessun filtro.
E mi chiedo: si voleva davvero gestire in sicurezza o si voleva creare disagio?
Non voglio insinuare nulla, ma ho ascoltato molte testimonianze, anche da parte di ragazzi ultras tranquilli, che dicono chiaramente: “Si poteva fare molto meglio. Sembrava quasi si volesse provocare.”
È troppo facile, poi, puntare il dito solo contro i tifosi. Ma se chi ha il dovere di prevenire e organizzare fallisce clamorosamente, non possiamo far finta di niente.
L’ordine pubblico si pianifica, non si improvvisa. E soprattutto non si gestisce a caso sperando che qualcuno sbotti per poi avere un capro espiatorio.

Oggi in tv e sui giornali ci riempiono la testa con il racconto dei “cattivi russi”. Sono i nemici per eccellenza, i repressivi, gli autoritari. Eppure in Russia, per quanto quel sistema sia criticabile, la violenza negli stadi è sotto controllo. Perché lì, chi sbaglia paga. Subito, sul serio. Da noi, invece, si parla tanto e si agisce poco. Si vietano trasferte, si colpiscono tutti, e i veri colpevoli spesso escono puliti. Poi c’è l’Inghilterra, dove negli anni ‘80 c’era la vera guerra negli stadi. Hanno cambiato tutto. Hanno costruito stadi nuovi, investito nella cultura sportiva, punito i singoli, non le curve intere.
Oggi in Premier puoi portare i bambini allo stadio senza paura.
Perché lì hanno capito che la soluzione non è reprimere in massa, ma educare e colpire chi sbaglia davvero.

"Punirne cento per educarne uno" non è giustizia. È tirannia
Il principio che sembra guidare ormai questo governo è chiaro e inquietante:
“Puniamoli tutti, così imparano.”
Un principio che non ha nulla di democratico, che viola la Costituzione e che si ispira più a certi regimi totalitari che a un Paese civile. Colpire migliaia di innocenti per "dare l'esempio" è una barbarie.
È la logica della Cina autoritaria, non dell’Italia repubblicana.

Io non smetterò mai di tifare Napoli. Anche se mi rendono tutto più difficile.
Ma chiedo rispetto. Chiedo che si torni alla ragionevolezza. Che si giudichi l’individuo, non la massa.
Chiedo che la mia residenza a Napoli non sia più un marchio d’infamia.
Chiedo che chi ama il calcio venga tutelato, non sospettato.
Perché io, Ferdinando, che vivo a Bergamo, che lavoro onestamente, che pago biglietti e trasferte,
non sono un problema. Sono un tifoso. E ne ho piene le tasche di essere trattato come un reato ambulante.

IO NON CI STO!
​Articolo di :
​Ferdinando Grimaldi
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Si ferma l'Inter e K.O dell'Atalanta! Tutti a Bologna per Spingere il Nostro Napoli alla Vittoria!

6/4/2025

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Domani è il giorno che tutti noi tifosi del Napoli stiamo aspettando con il cuore in gola e gli occhi puntati verso un sogno che continua a brillare.
Napoli-Bologna non è solo una partita: è una tappa fondamentale del nostro cammino, è un crocevia che può riaccendere definitivamente la nostra rincorsa. E io, come tanti altri fratelli partenopei, ci sarò. In trasferta, al seguito della squadra del cuore, con sciarpa al collo e voce pronta a farsi sentire per 90 minuti.
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Il pareggio dell’Inter di ieri contro il Parma ha acceso ancora di più la fiamma: possiamo accorciare a un solo punto dai nerazzurri, possiamo mettere pressione, possiamo continuare a sognare! Il destino ora è nelle nostre mani, e in quelle dei ragazzi che scenderanno in campo.
Noi ci crediamo, lo gridiamo a gran voce. Ora tocca a loro crederci fino in fondo, scendere in campo con anima e core, con quella voglia che fa la differenza, sudando la maglia fino all’ultimo respiro.


Ma non è solo una questione di rincorsa scudetto. La partita di domani ha un peso enorme anche nella lotta per la Champions League. L’Atalanta, alle nostre spalle, ha perso 0-1 contro una Lazio determinata e in forma. Un’altra occasione d’oro per staccarli ulteriolmente e consolidare la nostra posizione. E attenzione: la stessa Lazio affronterà l’Inter, un’altra sfida tra rivali che può regalarci incroci favorevoli. Ma prima di guardare gli altri, Vinciamo noi.
​

Domani dobbiamo portarla a casa. A tutti i costi. È una di quelle partite che valgono doppio, una di quelle notti che possono cambiare una stagione. E noi, popolo azzurro, non mancheremo. Bologna ci vedrà, ci sentirà, ci vivrà. Saremo lì a spingere il Napoli, a ricordare ai nostri leoni che non sono soli, che questa città e questo popolo non smettono mai di sognare.

Avanti ragazzi, avanti Partenopei!
Ci vediamo a Bologna, io ci sarò, perché domani c’è solo una parola che conta: VINCERE !!! Per la maglia e per la città ! 

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Tra sogni, speranze e delusione: la mia trasferta a Venezia per il Napoli con Bergamo Azzurra

17/3/2025

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Ero carico, pieno di emozione e speranza. La trasferta a Venezia per seguire il mio Napoli era più di una semplice partita: era un viaggio di fede, di passione, di appartenenza con i miei fratelli partenopei inseguendo un sogno nel cuore.
Sin dal momento in cui ho messo piede sul traghetto nella laguna, ho sentito l’energia dei tifosi azzurra. Goliardia e tifo insieme ai mille fratelli sul traghetto che ci portava direzione stadio in uno sfondo in lontananza di vicoli stretti, i canali e gondole... e in mezzo a tutto questo, il nostro azzurro che brillava fiero insieme a noi.
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Allo stadio Pier Luigi Penzo, mi sono unito al coro incessante di tutti i tifosi partenopei e degli Ultras che non hanno mai smesso di sostenere la squadra. Ogni coro, ogni battito di mani, ogni striscione sventolato raccontava la nostra storia, il nostro amore incondizionato per questa maglia.
​Sognavo di tornare a casa con una vittoria, di vedere il Napoli lottare con grinta, con quella fame che ci ha sempre contraddistinto. Con quell'Anema e Core di cui ci eravamo lasciati fieri domenica scorsa...
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E invece, minuto dopo minuto, ho visto una squadra spenta, senza cattiveria sotto porta. Un possesso palla sterile, un attacco che non ha saputo trafiggere la difesa del Venezia.
Raspadori ha colpito un palo, Politano ha provato a inventare qualcosa, ma il muro arancioneroverde e il loro portiere hanno negato ogni gioia.
Il tempo scorreva inesorabile, e con il fischio finale, lo 0-0 è stato una pugnalata al cuore.
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Mi sono fermato un attimo, guardando gli altri tifosi attorno a me. Delusione, rabbia, ma anche orgoglio. Perché, nonostante tutto, noi ci siamo sempre. Che si vinca o si perda, la nostra fede non vacilla mai. Questo amore per il Napoli è qualcosa che non si può spiegare: si vive, si sente nelle vene.
Ho lasciato Venezia con l’amaro in bocca, ma con una certezza incrollabile: tornerò ancora, canterò ancora, sognerò ancora e ci crederò ancora perchè il calcio è imprevedibile, può succedere di tutto fino alle fine e Perché il Napoli è la mia vita, la mia città, la mia anima.
​


Forza Napoli Sempre! 💙⚽
#VeneziaNapoli


​Ferdinando Grimaldi




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Venezia - Napoli, biglietti in vendita solo in ricevitoria: si rischia altro "mistero Como" dei biglietti Vivaticket ?

5/3/2025

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​La recente decisione del Venezia FC di abolire la vendita online dei gia pochissimi biglietti, circa 1000, per il settore ospiti in occasione della partita contro il Napoli, prevista per il 16 marzo 2025, solleva preoccupazioni tra tanti tifosi partenopei. Questa scelta potrebbe portare a difficoltà simili a quelle riscontrate nella recente trasferta a Como, dove i tagliandi per il settore ospiti sono stati esauriti in pochissimi "istanti", causando disagi e malcontento tra tanti sostenitori azzurri.

In molti infatti, hanno denunciato addirittura che i biglietti presso le ricevitorie abilitate non sarebbero mai state rese disponibili visualizzando all'istante sold out, il che infittisce sospetti e il mistero della modalità di vendita.

Molte ricevitorie hanno mostrato ai proprio clienti increduli la propria perplessità sulla questione e impotenza sul metodo di vendita biglietti vivaticket Como - Napoli non riuscendo a dare alcuna spiegazioni. 
​( Vedi articolo precedente )
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Secondo le informazioni fornite dal Venezia FC, la vendita dei biglietti per la partita contro il Napoli sarà articolata in tre fasi:

1. Fase 1
– "Porta un amico": dal 4 all'8 marzo, gli abbonati della stagione 2024/2025 potranno acquistare un biglietto a tariffa agevolata per un amico possessore della fidelity card del Venezia FC.


2. Fase 2 – Supporters Card: dall'8 al 12 marzo, vendita riservata ai possessori della Supporters Card a prezzi agevolati.


3. Fase 3 – Vendita libera: dal 12 marzo, vendita libera a tariffa intera.
​Fonte qui.



È importante sottolineare che la vendita online dei biglietti per tutti i settori dello stadio, ad eccezione del settore ospiti, è riservata ai residenti di tutte le regioni, esclusa la Campania, e limitata ai possessori della Venezia FC Supporters Card sottoscritta entro il 1° marzo 2025.
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Il caso Como-Napoli: biglietti spariti in un "istante". Sarà di nuovo cosi ???

La decisione di escludere la vendita online per il settore ospiti potrebbe creare ulteriori difficoltà per i tifosi del Napoli, costretti ad acquistare i biglietti esclusivamente presso le ricevitorie autorizzate. Questa situazione ricorda quanto accaduto per la partita Como-Napoli, dove i 700 tagliandi riservati al settore ospiti sono andati esauriti in meno di un minuto dall’apertura delle vendite, causando forti polemiche tra i tifosi azzurri.

Come dichiarato pubblicamente da Giacomo Ricciardi, presidente di Bergamo Azzurra, in un’intervista a CRC, emittente ufficiale del Napoli, la rapidità con cui i biglietti sono scomparsi appare anomala e meriterebbe un'indagine più approfondita. La domanda che molti si pongono è se ci sia qualcuno che gode di una via preferenziale esclusiva nell'acquisto dei tagliandi, a discapito di altri tifosi che tentavano di acquistarli regolarmente online e nelle ricevitorie. ( LINK VIDEO INTERVISTA )

Approfondimento: Venezia-Napoli: rischio di un nuovo caos biglietti?

Il settore ospiti dello stadio "Pier Luigi Penzo" di Venezia ha una capienza di circa 1.000 posti, leggermente superiore a quella del settore ospiti di Como. Tuttavia, la forte domanda e la limitata disponibilità potrebbero portare a un rapido esaurimento dei biglietti, con il rischio che si ripetano le problematiche già vissute dai tifosi napoletani citati poco fa.

La scelta di limitare la vendita dei biglietti per il settore ospiti alle sole ricevitorie autorizzate, dopo ciò che successo con la vendità per Como - Napoli potrebbe non garantire una distribuzione equa e soprattutto trasparente, penalizzando anche i tifosi più lontani o impossibilitati a recarsi fisicamente presso i punti vendita.
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È auspicabile che le società sportive e le autorità competenti valutino soluzioni più efficaci per garantire l’accesso equo ai biglietti e prevenire situazioni di disagio tra TUTTI i tifosi.


Staremo a vedere cosa accadrà questa volta.



​​Grimaldi Ferdinando       
BERGAMO AZZURRA              
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"Concerto Franco Ricciardi a Milano: emozioni e orgoglio napoletano con il Club Bergamo Azzurra"

27/2/2025

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Il 26 febbraio 2025, il Teatro Carcano di Milano ha ospitato un concerto del celebre cantante napoletano Franco Ricciardi.
In questa occasione, una delegazione del club Napoli Bergamo Azzurra capitanata dal Presidente Giacomo Ricciardi, era presente per assistere al meraviglioso concerto e sostenere l'artista.
Al termine della serata, il club ha omaggiato Ricciardi con la propria sciarpa con su scritto Bergamo Azzurra, che il cantante ha indossato con orgoglio, mostrando il forte legame con la sua terra Napoli e omaggiando il club sportivo culturale Bergamo Azzurra.
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Foto: Il presidente Giacomo Ricciardi che consegna la sciarpa all'artista.
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​Franco Ricciardi, nato nel 1966 nel quartiere di Miano a Napoli, ha iniziato la sua carriera musicale negli anni '80. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con numerosi artisti e ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui due David di Donatello per la migliore canzone originale: nel 2014 per "A verità" dal film "Song'e Napule" e nel 2018 per "Bang Bang" dal film "Ammore e malavita".
​Oltre alla musica, Ricciardi ha partecipato a diverse produzioni cinematografiche e teatrali, consolidando la sua presenza nel panorama artistico italiano.

Il club Napoli Bergamo Azzurra, noto per promuovere la cultura e lo sport legati alla tradizione napoletana, continua a supportare con entusiasmo i talenti partenopei, rafforzando l'orgoglio e l'identità della comunità napoletana in terra Orobica di Bergamo e provincia.
Articolo di
Ferdinando Grimaldi
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Problemi nella vendita dei biglietti per Como-Napoli: la protesta di Bergamo Azzurra

20/2/2025

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Problemi nella vendita dei biglietti per Como-Napoli: la protesta di Bergamo Azzurra

La difficoltà nell'acquisto dei biglietti per la trasferta di Como ha scatenato l'indignazione dei tifosi del Napoli, in particolare di quelli appartenenti al club "Bergamo Azzurra". 
A esprimere pubblicamente il proprio malcontento è stato il presidente del gruppo Giacomo Ricciardi, che in un post sui social ha denunciato la situazione che lo ha visto impossibilitato a ottenere il biglietto, nonostante la sua costante presenza nelle trasferte della squadra.
Il problema principale evidenziato riguarda il rapido esaurimento dei biglietti per il settore ospiti dello stadio di Como. Con una capienza limitata tra i 700 e i 900 posti, la disponibilità è sicuramente ridotta, ma il fatto che, all'apertura delle vendite, risultassero già quasi esauriti ha destato sospetti e alimentato la rabbia dei tifosi. Il presidente di Bergamo Azzurra ha sollevato dubbi sulla trasparenza del processo di distribuzione dei biglietti, chiedendosi come sia possibile che le richieste siano state soddisfatte così rapidamente.
Ciò che rende la questione ancora più frustrante è il fatto che i membri di Bergamo Azzurra non sono tifosi occasionali, ma sostenitori fedeli che seguono il Napoli in ogni circostanza, indipendentemente dai risultati sul campo. Con sacrifici economici e di tempo, questi tifosi dimostrano il loro attaccamento alla squadra e ritengono ingiusto vedersi preclusa la possibilità di assistere a una partita così vicina a Bergamo.
Questa denuncia solleva un problema più ampio, che riguarda la gestione della vendita dei biglietti e la loro effettiva destinazione. Tifosi storici e fedeli, che non mancano mai agli appuntamenti del Napoli, rischiano di essere penalizzati rispetto a chi si avvicina alla squadra solo nei momenti favorevoli. Una maggiore chiarezza e regolamentazione nella distribuzione dei tagliandi appare necessaria per evitare che episodi simili si ripetano.

Di seguito, riportiamo integralmente il post del presidente di Bergamo Azzurra:
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    Ferdinando Grimaldi
    🏟️Tifoso Azzurro Abbonato Curva B, seguo il Napoli ovunque, in Casa e in Trasferta. lo racconto attraverso i miei video su Tiktok e scrivendo sul mio sito.
    Inoltro sono l'Addetto Stampa del
    Club Napoli Bergamo Azzurra💙

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