Ero carico, pieno di emozione e speranza. La trasferta a Venezia per seguire il mio Napoli era più di una semplice partita: era un viaggio di fede, di passione, di appartenenza con i miei fratelli partenopei inseguendo un sogno nel cuore.
Sin dal momento in cui ho messo piede sul traghetto nella laguna, ho sentito l’energia dei tifosi azzurra. Goliardia e tifo insieme ai mille fratelli sul traghetto che ci portava direzione stadio in uno sfondo in lontananza di vicoli stretti, i canali e gondole... e in mezzo a tutto questo, il nostro azzurro che brillava fiero insieme a noi.
Sin dal momento in cui ho messo piede sul traghetto nella laguna, ho sentito l’energia dei tifosi azzurra. Goliardia e tifo insieme ai mille fratelli sul traghetto che ci portava direzione stadio in uno sfondo in lontananza di vicoli stretti, i canali e gondole... e in mezzo a tutto questo, il nostro azzurro che brillava fiero insieme a noi.
Allo stadio Pier Luigi Penzo, mi sono unito al coro incessante di tutti i tifosi partenopei e degli Ultras che non hanno mai smesso di sostenere la squadra. Ogni coro, ogni battito di mani, ogni striscione sventolato raccontava la nostra storia, il nostro amore incondizionato per questa maglia.
Sognavo di tornare a casa con una vittoria, di vedere il Napoli lottare con grinta, con quella fame che ci ha sempre contraddistinto. Con quell'Anema e Core di cui ci eravamo lasciati fieri domenica scorsa...
E invece, minuto dopo minuto, ho visto una squadra spenta, senza cattiveria sotto porta. Un possesso palla sterile, un attacco che non ha saputo trafiggere la difesa del Venezia.
Raspadori ha colpito un palo, Politano ha provato a inventare qualcosa, ma il muro arancioneroverde e il loro portiere hanno negato ogni gioia.
Il tempo scorreva inesorabile, e con il fischio finale, lo 0-0 è stato una pugnalata al cuore.
Sognavo di tornare a casa con una vittoria, di vedere il Napoli lottare con grinta, con quella fame che ci ha sempre contraddistinto. Con quell'Anema e Core di cui ci eravamo lasciati fieri domenica scorsa...
E invece, minuto dopo minuto, ho visto una squadra spenta, senza cattiveria sotto porta. Un possesso palla sterile, un attacco che non ha saputo trafiggere la difesa del Venezia.
Raspadori ha colpito un palo, Politano ha provato a inventare qualcosa, ma il muro arancioneroverde e il loro portiere hanno negato ogni gioia.
Il tempo scorreva inesorabile, e con il fischio finale, lo 0-0 è stato una pugnalata al cuore.
Mi sono fermato un attimo, guardando gli altri tifosi attorno a me. Delusione, rabbia, ma anche orgoglio. Perché, nonostante tutto, noi ci siamo sempre. Che si vinca o si perda, la nostra fede non vacilla mai. Questo amore per il Napoli è qualcosa che non si può spiegare: si vive, si sente nelle vene.
Ho lasciato Venezia con l’amaro in bocca, ma con una certezza incrollabile: tornerò ancora, canterò ancora, sognerò ancora e ci crederò ancora perchè il calcio è imprevedibile, può succedere di tutto fino alle fine e Perché il Napoli è la mia vita, la mia città, la mia anima.
Forza Napoli Sempre! 💙⚽
#VeneziaNapoli
Ho lasciato Venezia con l’amaro in bocca, ma con una certezza incrollabile: tornerò ancora, canterò ancora, sognerò ancora e ci crederò ancora perchè il calcio è imprevedibile, può succedere di tutto fino alle fine e Perché il Napoli è la mia vita, la mia città, la mia anima.
Forza Napoli Sempre! 💙⚽
#VeneziaNapoli